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Una piazza Libertini gremitissima a Lecce per la tappa della vigilia di ferragosto de La Notte della Taranta che ha visto salire sul palco Enzo Petrachi e la Folkorchestra e Antonio Castrignanò con la fanfara rumena. Prima dell'inizio del concerto, un minuto di silenzio per ricordare le vittime del crollo del Ponte Morandi a Genova.
Ad aprire la serata Enzo Petrachi amatissimo esponente della musica folk leccese, come il padre Bruno. Apprezzato anche all’estero, Enzo Petrachi, è spesso in giro per il mondo per portare l’identità musicale di Lecce ai conterranei. A Lecce, tra la sua gente, Enzo Petrachi ha regalato emozioni, raccontando la quotidianità dei leccesi, spaccati di vita quotidiana che accomunano gli abitanti, dalle periferie al centro della città.
Ad infiammare la piazza, Antonio Castrignanò che ha proposto sul palco un incontro inedito e unico tra i suoni e le melodie del Salento e i ritmi dell'Est con le Fanfare Ciocãrlia, proveniente dalla Romania, la banda di ottoni più famosa al mondo. Sulle orme dei loro padri e nonni, i membri di Fanfare si avvicinano con orgoglio ad ogni concerto come ad una sfida per intrattenere il pubblico e mantenere vivo il vero spirito della musica gitana. La velocità del rumeno, le caratteristiche tecniche, i ritmi strappalacrime e i corni dai suoni agrodolci contraddistinguono questa banda di ottoni.
La mostra, che è stata presentata alla stampa il 13 agosto alle 11, verrà inaugurata al museo Sigismondo Castromediano questa sera 14 agosto alle 20. Tra le antiche ceramiche greche danzeranno i ballerini del corpo di ballo de La Notte della Taranta e i musicisti dell’Orchestra. La mostra avrà un suo doppio, in versione multimediale a Melpignano, (inaugurazione il 15 agosto alle 21). Sarà possibile visitare entrambe le mostre sino al 26 settembre. I reperti databili tra la fine del VI ed il I secolo a.C., documentano i diversi momenti di vita in cui la musica è presente e protagonista. Il percorso laboratoriale presso il museo di Lecce ha come obiettivo un differente approccio alla fruizione degli spazi museali, con la messa in danza e in musica delle opere esposte. Questo consente di attivare differenti linguaggi espressivi e sensoriali, sollecitando interesse all’esposizione di fasce di pubblico inconsueto, abbattendo barriere culturali, fisiche e temporali alla piena percezione dell’antico. Attraverso la danza, in passato intrinsecamente legata alla musica ed oggi la massima forma di organizzazione del linguaggio non-verbale, verranno fatti passare contenuti simbolici, suggestioni e richiami mitologici; legando il corpo, al gesto ed al movimento, sarà possibile esprimere, come in uno specchio, il proprio vissuto; analizzando, mettendo insieme ed organizzando movimenti, corpi e gesti il vissuto personale può infine diventare storia condivisa, memoria collettiva ed identitaria.
Due i concerti Ragnatela, il primo alle 22.30 in piazza Libertini con la formazione salentina di “Enzo Petrachi & Folkorchestra”.
Musica dalla Georgia con il Trio Mandili che apre una finestra sui suoni caucasici. Sul palco dei concerti Altra Tela, in largo Immacolata alle 21.30, salirà la formazione georgiana del Trio Mandili. Dopo il successo del primo video postato su internet nel quale interpretava una canzone dalla melodia tradizionale georgiana, visualizzato da milioni di utenti, il Trio Mandili, la cui popolarità cresce ogni giorno, trasmette al pubblico voci e suoni degli strumenti popolari, come il panduri, per un viaggio nel Khevsureti, provincia nei territori montani del Grande Caucaso. Il nome del gruppo deriva dal Mandili, copricapo femminile a forma di sciarpa. Tradizionalmente, le donne gettavano a terra un fazzoletto o il copricapo quando volevano riconciliare gli uomini in conflitto. Compongono il trio: Mari Qurasbediani, Tatia Mgeladze e Tako Tsiklauri.
Per i concerti Ragnatela, in piazza Del Sole alle 22.30, si esibiranno I Kamafei. Il gruppo salentino di musica popolare porterà in scena “Traditional Version”, un omaggio alla tradizione popolare mantenendo un profondo equilibrio musicale tra tradizione e innovazione. Un viaggio sonoro che ha l’intento di trascinare il pubblico, coinvolgendolo con allegria e divertimento, valorizzando però il sound della tradizione di questa terra. Nello spettacolo dei Kamafei, si incontrano le travolgenti sonorità tradizionali salentine con la passione per la Spagna e per le altre culture e sonorità del Mediterraneo.
Al Concertone della Notte della Taranta in treno e bus:
Sono oltre 43 mila i posti (25 mila con treno e 18 mila con bus) offerti da Ferrovie del Sud Est quest’anno per raggiungere la manifestazione in programma a Melpignano sabato 25 agosto. Da metà pomeriggio fino all’alba di domenica ci saranno treni straordinari con partenze da Lecce, Maglie, Nardò e viceversa.
Previste corse dirette in bus da Otranto, Maglie, Poggiardo e Tricase e collegamenti in bus anche da Alliste - Posto Rosso, Gallipoli e San Foca.
Al ritorno tutti i bus diretti a Otranto, Poggiardo, Tricase, Alliste - Posto Rosso, Gallipoli e San Foca partiranno dal Megapark di Maglie. A partire da mezzanotte e mezzo sarà in funzione un servizio navetta tra Melpignano e il Megapark con frequenza ogni dieci minuti fruibile con il biglietto di ritorno.
Ferrovie del Sud Est ricorda che è consentito salire a bordo dei treni e dei bus solo se muniti di biglietto e consiglia di provvedere in anticipo all’acquisto anche per il ritorno. I biglietti sono in vendita sui canali di vendita Trenitalia e nelle biglietterie di stazione FSE.
Orari consultabili sui siti fseonline.it e trenitalia.com
Sarà lo storico dell’arte Philippe Daverio a dare il via alla sesta tappa del Festival itinerante de La Notte della Taranta, in programma il 10 agosto ad Acaya. Daverio terrà una lectio magistralis nella città ideale progettata e ristrutturata da Giangiacomo di Acaya, umanista, ingegnere e appassionato di matematica.
Nella notte di San Lorenzo si viaggerà nella storia con “La Puglia internazionale delle crociate. Cavalieri e dame del castello di Giangiacomo di Acaya”.
Philippe Daverio è nato a Mulhouse,in Francia, la sua attività inizia nel capoluogo lombardo. Tre le gallerie d'arte moderna da lui inaugurate: due a Milano e una a New York. Specializzato in arte italiana del XX secolo, ha dedicato i suoi studi al rilancio internazionale del Novecento.
Commentatore per diversi giornali tra cui Corriere della Sera, Il Sole 24Ore, Avvenire, Giornale dell'Arte, National Geographic, Touring Club, Vogue, si è sempre definito uno storico dell’arte e così viene scoperto dal pubblico televisivo di Rai 3. Dal 2001 al 2011 è stato autore e conduttore di Passepartout, diventato nel 2011 il Capitale, anno in cui ha anche realizzato la trasmissione Emporio Daverio per Rai5 , dedicata alla storia dell’arte nelle città italiane. Dal 2008 dirige per la casa editrice Giunti di Firenze la storica rivista Art e Dossier. Tra le ultime pubblicazioni, “La buona strada” di Rizzoli (2015), L’arte in tavola, Il gioco della pittura. Dal 2006 è professore ordinario di “Sociologia dei processi artistici”. Dal 2014 al 2017 è stato Direttore Artistico del Grande Museo del Duomo di Milano, e dal 2015 membro del Comitato scientifico della Pinacoteca di Brera e Biblioteca nazionale Braidense. Da maggio 2018 è membro del Cda della Fondazione Teatro alla Scala.
L’appuntamento che rientra nella sezione Il Borgo Racconta, riservato con 300 posti a sedere agli spettatori che hanno proceduto a prenotazione, sarà spostato, dopo le numerosissime .richieste giunte in Fondazione, in piazza Castello, per permettere a tutti (non con posti a sedere), l’ascolto della lectio magistralis di Daverio.
Alle 21.30, per i concerti Altra Tela, si esibiranno le B’net Houariyat femme de Marrakech, in piazza Giangiacomo alle 21.30. Cinque donne marocchine che cantano e danzano, al ritmo di strumenti a percussione, eseguendo musiche tradizionali della loro tribù d'origine, l'Houara (regione tra Taroudant e Tiznìt), dell'Hammada (piana del Dra'a), insieme a danze berbere e a repertori cittadini come l'`aità ("richiamo" seduttivo femminile) e lo cha'abi, stile popolare da cui ha avuto origine la musica raï. L’immagine femminile che si manifesta nell’arte musicale delle B’net Houariyat riflette la molteplicità dei modi di vivere l’Islam e la condizione femminile, al di là degli stereotipi, con emozione, humour e energia. Tra i temi delle loro canzoni: l'esaltazione dell'amore e della bellezza; il grido di protesta della giovane donna che rifiuta il matrimonio combinato con un uomo ricco e vecchio; la danza rituale della donna posseduta dai suoi spiriti.
Chiuderanno la serata, nella sezione concerti Ragnatela, in piazza Castello alle 22.30, i Petrameridie, con un concerto nel quale danza e musica si incontrano in una fusione di emozioni che riportano al ricordo ancestrale del Salento; sonorità etniche, atmosfere della tradizione popolare e moderni arrangiamenti. Si presenta così Petrameridie, progetto culturale nato dall’incontro di musicisti, cantori, danzatori e ricercatori provenienti sia da diverse aree geografiche della Puglia che da differenti esperienze musicali. È carattere del progetto, nonché dei suoi singoli componenti, il dialogare col linguaggio dei suoni e della danza, ognuno col proprio timbro, creando di volta in volta intensi momenti di musica e danza. Il concerto proposto dai Petrameridie è uno spettacolo finalizzato al coinvolgimento emotivo del pubblico: musica, danze e improvvisazioni formano una miscela esplosiva capace di suscitare la risposta di ogni platea.